L’adozione di Birba

Oggi vi raccontiamo la storia di un’adozione felice, ma anche la storia di un amore a prima vista, quello tra Viktoria (umana) e la nostra Birba.

Ci sono dei gatti che nascono per il palcoscenico, sono super socievoli, accolgono i potenziali adottanti alle porte del rifugio, partecipano a tutti gli eventi interagendo con gli ospiti e compaiono in tutte le foto. Poi ci sono gatti più riservati, che non amano le luci della ribalta, che non si lasciano avvicinare dal primo che incontrano, che restano in disparte e sono notati da pochi, i gatti come Birba. Ed è stato grazie alla sua riservatezza e al suo essere diversa dagli altri che il suo sguardo ha trafitto il cuore di Viktoria.

Viktoria è una volontaria della nostra associazione che ha adottato Birba e in questa breve intervista ci racconta come è stato l’inserimento e i suoi consigli a chi sta pensando di allargare la famiglia con un nuovo felino in miniatura.

Come è nata l’idea di Adottare Birba?

Il mio primo giorno di volontariato in casa rifugio, il 27 dicembre, ho visto Birba e ho detto “io ti porto a casa”. So che può sembrare strano, ma è stato amore a prima vista. Avendo già tre gatti e un cane, so bene cosa vuol dire prendersi cura responsabilmente degli animali, ma quello sguardo mi ha disarmato.

Ho subito manifestato il mio interesse per Birba, e con l’Associazione abbiamo iniziato a valutare se fosse l’adozione giusta. Nel frattempo, mi sono presa del tempo per socializzare con lei, essendo appunto una micia inizialmente molto diffidente, e il finale adesso lo conoscete.

Come hai predisposto la casa per l’arrivo di Birba?

In vista dell’arrivo di Birba ho preparato una stanzetta per lei, dove tenerla i primi giorni per farla ambientare. Al suo interno ho preparato tutte le sue cose, ciotole, cucce, copertine, lettiera, alcune delle quali prese dal rifugio in modo da farle sentire odori a lei familiari. Ho rimosso potenziali oggetti pericolosi, e mi sono munita di multivitaminico e calmanti naturali.

Inoltre, ho terminato la messa in sicurezza del secondo giardino, al fine di poterle dare uno spazio aperto anche nei primi tempi dell’inserimento.

Infine, nei giorni precedenti al suo arrivo, ho utilizzato un panno che portavo in casa rifugio e poi a casa per iniziare lo scambio di odori tra lei e i miei mici.

Hai altri animali? Eri preoccupata dall’inserimento? Raccontaci la tua esperienza

Come dicevo ho altri 3 gatti, un maschio e due femmine, e un cane di circa 15 anni.

All’inizio un po’ di timore c’era perché Birba è una gatta caratterialmente molto paurosa, oltre al fatto che non aveva mai interagito con un cane. Tuttavia, mi consolava molto il fatto che in casa mia l’ambiente è sempre tranquillo, i mici sono legatissimi tra di loro e con il cane, e questo mi ha dato la certezza che sarebbe andato tutto bene.

La fase di ambientazione è durata circa 3 settimane, all’inizio ovviamente Birba tendeva a nascondersi o a piangere, ma ero preparata a queste reazioni e in questa fase il supporto dell’Associazione è stato molto importante per avere una guida e non scoraggiarsi.

Dicci qualcosa in più sull’inserimento con il tuo cane

L’inserimento con il cane è stata la cosa più semplice in assoluto. Lui è anziano, e abituato ai gatti… diciamo che un gatto in più o un gatto in meno non ha fatto molta differenza per lui.

La prima volta che il mio cane ha visto Birba le ha scodinzolato e ha provato ad andare verso di lei, ma lei è – giustamente- scappata. Adesso invece condividono tranquillamente il territorio e lei riesce a stargli accanto senza alcun tipo di paura.

Cosa diresti a chi vorrebbe prendere un micio ma ha paura dell’inserimento?

A chi vorrebbe prendere un micio ma ha paura dell’inserimento direi che non bisogna aver paura.

Ci sono tanti gatti con caratteri diversi ma una cosa è certa: tutti hanno bisogno di amore e calore e ognuno lo mostra in modo diverso.

Quello che è fondamentale durante un inserimento è capire il gatto cosa vuole e assecondarlo, nei limiti del normale ovviamente.

Se il micio cerca il contatto glielo si dà, se non lo cerca non bisogna insistere. Ad esempio, nel mio caso, dopo circa cinque giorni dal suo arrivo Birba era molto agitata perché voleva andare nella stanza dove c’erano gli altri mici e il cane. Ho assecondato la sua richiesta, essendo presente, vigile e pronta ad intervenire, e l’esito è stato che lei si è calmata. Ovviamente non avrei mai assecondato questa richiesta il primo giorno; quindi, il consiglio è ascoltare ed assecondare ma sempre in maniera ragionevole.

Direi inoltre che mantenere la calma in queste situazioni è fondamentale, poiché i mici percepiscono il nostro nervosismo e questo, a sua volta, diventa per loro motivo di stress e agitazione.

In generale, anche se l’inserimento è una fase delicata che va seguita con attenzione, ritengo che i benefici che ne derivano dalla socializzazione tra conspecifici siano innumerevoli. Se a ogni micio sono garantite le proprie risorse e i propri spazi si migliora significativamente la sua qualità di vita dandogli una compagnia.

Birba in rifugio era una gatta molto timorosa, mi dicevano sempre che non le piaceva giocare ed era difficile da avvicinare. Una volta ambientata in casa mia si è rivelata una micia dolcissima, che ama giocare, rotolarsi al centro della stanza e che non ha paura degli altri mici o del cane. Anche la vita degli altri tre gatti è cambiata, i gatti sono animali molto curiosi e adesso avranno una nuova amica da conoscere e tanti nuovi stimoli.

Quindi, in sostanza, adottate, seguite i giusti consigli, e non abbiate paura dell’inserimento o della reazione dei vostri gatti!

Quali sono le tue esperienze con l’inserimento tra gatti? Faccelo sapere nei commenti!

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