Il lutto nel gatto e i lasciti testamentari

Sempre più spesso riceviamo, purtroppo, richieste di supporto da parte di familiari di persone defunte che avevano gatti, che improvvisamente hanno l’impellente esigenza di ricollocare questi poveri animali in un gattile o in un’altra casa, o peggio in strada, senza alcun riguardo o sensibilità verso di loro e verso il dolore che stanno provando.

Nonostante la rabbia e la delusione verso una società non ancora consapevole e rispettosa dei sentimenti degli animali, vogliamo provare in questo articolo a spiegare come è vissuto il lutto nei gatti e cosa possiamo fare, tutti noi, per aiutarli e per gestire al meglio queste situazioni già di per sé molto tragiche.

Il lutto nel gatto

Molte persone credono ancora oggi che gli animali, e in particolare i gatti, non provino dolore per la perdita di un umano o di un altro animale.

Sebbene i gatti siano considerati animali indipendenti e spesso solitari, in realtà sono animali sociali e capaci, così come noi umani o come i cani, di creare attaccamenti profondi a persone e altri animali.

Sicuramente i gatti non percepiscono la morte allo stesso modo degli umani, e ci sono chiare differenze tra lutto umano e felino, ma una cosa è certa: anche loro soffrono per la perdita dei loro compagni. Per il gatto il dolore è una reazione all’improvvisa assenza di qualcosa o qualcuno ed esibiscono chiaramente i propri segni di lutto.

Segnali del lutto nel gatto

I gatti sono individui e, proprio come gli esseri umani, il loro processo nell’affrontare il lutto varia da soggetto a soggetto. Il Micio rimasto senza compagno/a di riferimento può sembrare chiuso e depresso e manifestare cambiamenti comportamentali quali:

  • Depressione e svogliatezza;
  • Sonnolenza e inattività;
  • Diminuzione dell’appetito;
  • Rifiuto al gioco;
  • Tendenza a nascondersi, anche più del solito.

Spesso anche la sua personalità può subire dei cambiamenti, ad esempio un gatto timido potrebbe diventare più esigente di attenzioni, mentre uno più esigente potrebbe diventare più solitario.

Cosa si dovrebbe fare per aiutare micio ad affrontare il dolore per la perdita del proprio compagno umano?

Tutto il possibile, nei modi e nei tempi adatti, nel rispetto e nell’amore della persona defunta, che avrebbe voluto solo il meglio per i suoi animali.

Sicuramente la scelta più naturale che i familiari possano fare per il micio è quella di prenderlo con sé, e assicurargli tutto l’amore e le cure che ha sempre ricevuto. Ovviamente bisogna tenere in considerazione che il gatto sta affrontando un forte cambiamento della sua vita, bisogna quindi essere pazienti e dargli il tempo di assorbire il dolore ed abituarsi alla sua nuova realtà.

Nel caso in cui ciò non fosse possibile, è fondamentale comunque rispettare il suo dolore e avere tutte le dovute attenzioni nei suoi riguardo, e prendersi tutto il tempo necessario per trovare la soluzione migliore per lui.

Ricordiamo infatti che i cambiamenti drastici sono causa di forte stress per i gatti, e possono portare all’insorgenza di malattie anche fatali (come ad esempio la FIP, la lipidosi epatica nei casi in cui il gatto smette di alimentarsi e tante altre).

La strada e le gabbie dei gattili non rappresentano una soluzione.

Dei parenti, che possano essere definiti tali, dovranno impegnarsi, con tutti i mezzi a disposizione, per trovare una buona adozione, cosa che potrà richiedere anche mesi.

Se il gatto, ad esempio, è sempre vissuto in casa, non dovrò essere collocato in uno spazio esclusivamente all’aperto; e se ci sono comunque degli spazi aperti bisogna assicurarsi che siano in sicurezza o che siano inibiti al micio, che i primi tempi tenderà a ricercare ossessivamente la sua vecchia casa e il suo compagno, allontanandosi dalla casa, con tutti i rischi che ne conseguono.

Un gatto adulto che ha sempre vissuto da solo potrà avere serie difficoltà ad ambientarsi in un contesto sovraffollato, come ad esempio un rifugio o una casa dove sono presenti tanti gatti; per lui andrà quindi ricercata una collocazione tranquilla come figlio unico o con pochi gatti di indole tranquilla, assicurandosi che l’inserimento avvenga in maniera molto graduale.

Ogni situazione andrà valutata sulla base della storia del micio, del suo carattere e del suo stile di vita; in questo caso le associazioni possono darvi suggerimenti per trovare adozioni e supportarvi nella valutazione delle soluzioni migliori.

Cosa si può fare per assicurarsi che micio non resti solo?

A questo punto vi starete chiedendo se esiste un modo per tutelare i nostri animali a priori. La risposta è sì, e vi spieghiamo di seguito come fare.

Normalmente, se avete la fortuna di avere parenti che condividono il vostro amore per gli animali, e soprattutto per voi (non sempre è scontato, purtroppo), potrete fare affidamento sul loro sostengo, assicurandovi, ove possibile, che abbiano la dovuta esperienza con i gatti e siano a conoscenza di eventuali patologie e terapie da applicare.

Se invece non si ha la certezza assoluta che qualcuno della famiglia o altre persone di fiducia possano davvero occuparsi del vostro animale allora l’unica soluzione realmente sicura è disporre un lascito testamentario affidando l’animale e il patrimonio (o parte di esso, o una somma preventivamente concordata) a un’associazione scelta come legataria, che si occuperà di lui quando resterà da solo.

Il lascito ad un’associazione può essere esclusivamente testamentario, ovvero attraverso il testamento; solo con questa azione la validità del lascito non potrà essere in alcun modo intaccata, neanche dagli eredi legittimari, e si può quindi assicurare un futuro al proprio animale.

Per maggiori informazioni sul lascito testamentario vi invitiamo a leggere il nostro precedente articolo al seguente link, e vi invitiamo a rivolgervi sempre ad un notaio per assicurarvi che le vostre volontà vengano rispettate a dovere.

Chi ama davvero un animale vuole il suo bene sempre, con lui o senza, e speriamo con questo articolo di poter essere d’aiuto a tutti voi e soprattutto ai poveri mici che si trovano ad affrontare la perdita del proprio umano.

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