I gatti non di proprietà che vivono sul territorio costituiscono quello che la legge definisce come colonie feline. Ad oggi sul territorio italiano vi sono all’incirca 61.878 colonie.
Cos’è una colonia felina?
Una colonia felina è un punto preciso in cui si aggregano gatti liberi, che frequentano e convivono in una stessa area e spesso vengono accuditi da volontari. È definito habitat di colonia felina un qualsiasi territorio, pubblico o privato, nel quale tale colonia risulti vivere stabilmente, indipendentemente dal numero di soggetti che ne facciano parte.
Cosa dice la legge
Le colonie sono riconosciute e tutelate dalla legge n. 281 del 1991, “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, la quale rende subito chiare le sue intenzioni nel primo articolo: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
Le colonie hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione e limitazione del fenomeno del randagismo, dal momento che esse permettono di tenere sotto controllo le nascite e la salute dei gatti che ne fanno parte.
Il comma 8 dell’articolo 2 afferma infatti che tutti i gatti di una colonia debbano essere sterilizzati prima di essere reinseriti all’interno del gruppo; la sterilizzazione e il censimento dei gatti delle colonie sono effettuati dall’autorità sanitaria competente per territorio.
Chi è responsabile delle colonie feline?
Nonostante la responsabilità delle colonie feline ricada sul Comune in cui esse sono situate, di fatto ad occuparsi della nutrizione e della cura dei gatti sono privati cittadini o volontari appartenenti ad associazioni di volontariato iscritte al Registro Regionale.
Le colonie devono essere registrate al comune di appartenenza da un referente o tutor di colonia felina, cioè un volontario legalmente riconosciuto dal Comune stesso nel suo ruolo e tutelato da esso dal punto di vista giuridico. Egli secondo il comma 10 dell’articolo 2 è investito del compito di occuparsi della cura della salute e della sopravvivenza della colonia,fatta eccezione per le spese veterinarie, di cui se ne dovrebbe fare carico l’Ente. Registrando la colonia all’asl del territorio gli animali saranno inoltre tutelati dal punto di vista sanitario per quanto ne concerne la sterilizzazione.
Il compito degli enti locali
Le regioni, dopo un consulto con le associazioni animaliste, protezioniste e venatorie, avrebbero il dovere di adottare un programma di prevenzione del randagismo (comma 3 articolo 3). Tale programma comprenderebbe iniziative di formazione, anche in ambito scolastico, per sensibilizzare la popolazione su tale fenomeno e corsi di aggiornamento per il personale delle regioni, degli enti locali e delle unità sanitarie locali.
Per giunta, il Sindaco è tenuto ad avere una struttura per il ricovero di gatti liberi malati, dal momento che Egli è il responsabile della sanità pubblica del proprio comune; e secondo gli articoli 823 e 826 del Codice Civile Egli ha anche il compito di tutelare le specie allo stato libero sul territorio comunale.
Le colonie feline sono stanziali
Una colonia felina è per legge stanziale, non può cioè essere rimossa dalla sua area di appartenenza, a meno che non vi siano ragioni particolari, come la presenza di epidemie o condizioni igienico sanitarie che possano compromettere la salute degli animali e dell’uomo. La stessa cosa vale per i singoli gatti che ne fanno parte, essi non possono essere catturati né tantomeno maltrattati (comma 7 articolo 2) e non possono essere spostati a meno che non sia per ragioni mediche.
Una colonia felina può essere sottoposta al controllo della polizia locale, la quale si occupa di constatarne l’effettiva esistenza; essi dovranno inoltre intervenire nel caso giungano segnalazioni, anche da parte del responsabile di colonia, al fine di garantire il rispetto delle normative.
Come gestire una colonia
Una corretta gestione di una colonia permette di prevenire una serie di inconvenienti, da quelli legati alla convivenza a quelli igienici.
Molto importante è la gestione del cibo, esso infatti dovrebbe essere sempre distribuito ad orari fissi alle così dette “stazioni di rifornimento”, permettendo ai gatti di consumare subito le loro razioni.
Sarebbe inoltre preferibile che tali stazioni fossero situate in punti ombreggiati e sicuri (non posizionare il cibo sotto macchine in sosta), per evitare che il sole acceleri il processo di decomposizione, provocando la proliferazione di insetti e lo sviluppo di cattivi odori. È buona norma fornire alla colonia cibo umido tutti i giorni per il pronto consumo, nelle giuste quantità; e lasciare a disposizione il cibo secco.
È in fine necessario fare sì che la colonia abbia sempre a disposizione dell’acqua.
Queste poche regole non sono tuttavia sufficienti a garantire un corretto mantenimento della colonia. Fondamentale infatti, come già citato nei paragrafi precedenti, è la sterilizzazione dei gatti di colonia. La sterilizzazione chirurgica è ad oggi il modo più efficace per gestire la crescita incontrollata della popolazione felina e per salvaguardare la salute della colonia.
Sapevi infatti che una gatta può rimanere incinta circa ogni tre mesi? Arrivando così a poter partorire più di una volta all’anno, con una media di cinque o sei gattini ad ogni cucciolata.
Sarebbe dunque buona norma sterilizzare tutti i gatti, sia maschi che femmine; la sterilizzazione maschile è consigliabile per contenere la trasmissione del FIV (immunodeficienza felina) e per evitare che essa si diffonda tra le diverse colonie. Mentre la sterilizzazione femminile favorisce la drastica riduzione delle probabilità di tumore alla mammella e mette al riparo anche da altre patologie gravi dell’apparato riproduttivo, come il cancro uterino.
Comportamento del privato cittadino
Come si deve comportare nel pratico un privato cittadino in presenza di un gatto randagio?
Gli animali vaganti non devono essere assolutamente infastiditi e devono essere lasciati stare, potrebbero essere domestici o parte di una colonia, di conseguenza il privato cittadinoè tenuto ad avvertire gli organi competenti solamente nel caso in cui l’animale risultasse essere malato o ferito oppure in una posizione che possa mettere in pericolo la sua vita e quella dei passanti (per esempio nel caso in cui il gatto sia avvistato vagare su strade statali). Per legge le Asl hanno un veterinario reperibile h24 che dovrebbe intervenire su richiesta delle forze di pubblica sicurezza.
Se il cittadino decide di chiamare o portare il gatto da un veterinario in una clinica privata, le eventuali spese saranno addebitate al cittadino stesso che potrà richiedere un risarcimento al comune in cui è stato trovato l’animale, ciò non succede invece in caso vi sia l’intervento dell’Asl, essendo un servizio pubblico.
E tu cosa ne pensi delle colonie? Ne conoscevi già il funzionamento e le leggi a tutela?
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